Sviluppo economico, lavoro e centro storico
Fare dell’ex mercato uno spazio polifunzionale, dove ospitare soprattutto le realtà del territorio con mostre, spettacoli teatrali, iniziative culturali e formative. Questa è una porta della città e bisogna farla diventare viva come piazza Garibaldi, anche alla luce della pedonalizzazione di Corso Roma. Deve diventare un polo per i giovani che metta assieme cultura e occasioni di formazione, con un ristorante didattico che promuova la filiera enograstronomica del nostro territorio e corsi sul tessile.
Con particolare attenzione per il centro storico, incentivare le piccole attività creative e artigianali e sostenere le attività commerciali, favorendo affitti calmierati e promuovendo iniziative sparse non solo legate ai grandi eventi. Disincentivare viceversa la costruzione di megastrutture commerciali.
Dare vita ad una piattaforma on line che promuova i singoli esercizi commerciali del centro, e non solo, in una sorta di Centro storico di Carpi virtuale.
Dobbiamo investire sulla valorizzazione della piazza e degli assi di ingresso/uscita del centro storico, ridislocando il mercato, ripensando lo spazio urbano e sfruttando la T che si crea tra gli assi dei Corsi Cabassi e Fanti e la zona nord della Piazza Martiri. Ridare una connotazione al mercato del sabato, magari pensando anche ad una sua collocazione più frequente in Piazzale Re Astolfo.
Investire in arredo urbano, con un progetto che riguardi sia il lato est della piazza verso Palazzo Pio che il rialzato. Rendere insomma da un lato attraente la Piazza anche nei giorni in cui non è presente il mercato o non si svolgono importanti iniziative culturali, e dall’altro favorire l’organizzazione di grandi eventi che adesso sono limitati ad alcuni week-end, sia sportivi che ludici che spettacolistici.
Palazzo Pio è centrale in una strategia di valorizzazione e attrattività del centro e del turismo e insieme all’ex Campo di Fossoli può essere un polo culturale con ambizioni europee. Può diventare, secondo quanto già delineava il progetto Gherpelli di ormai 20 anni fa (che non ha perso da questo punto di vista la sua attualità), da un lato il punto di riferimento dell’identità storica cittadina, e dall’altro motivo di richiamo nazionale ed internazionale.
Tutti i nostri sforzi devono essere tesi a legare sempre economia e lavoro, perché il nostro territorio deve restare un territorio manifatturiero e si deve evitare che si creino condizioni di lavoro povero o sfruttato.
Non perdere l’importanza del manifatturiero del tessile per il futuro di Carpi, che deve essere salvaguardato. Carpi Fashion System: occorre rinnovare le sue modalità, proseguendo le quattro direttrici che ne hanno determinato in questi anni l’azione: l’internazionalizzazione, la promozione del territorio e della filiera tessile, la diffusione dell’innovazione e la formazione continua.
La nostra città ha eccellenze in molti settori: dalla meccanica all’agroalimentare, sino alle imprese ad alto contenuto tecnologico e a settori in espansione come il biomedicale, che dobbiamo sapere attrarre.
Abbandonare l’idea del distretto tradizionale e pensare ad un distretto contemporaneo o di comunità. Il distretto Carpi oggi appare ancora troppo ancorato all’idea di un distretto tradizionale, in cui una parte delle cose si fanno qui, ma altre si fanno fare fuori dal distretto, in luoghi sempre più lontani nel mondo. Noi dobbiamo incoraggiare invece la tendenza che punta a valorizzare il territorio distrettuale a valorizzare le imprese che sono prossime alle imprese guida, difendendo la capacità manifatturiera del nostro territorio.
Servono due gambe, una che riguarda le competenze: la formazione, la scuola, l’ITS ed ora l’università/polo tecnologico. Da questo punto di vista dobbiamo pensare alla scommessa sull’università come uno degli attori per dare vita ad un polo tecnologico che possa essere funzionale a nuovi settori di sviluppo così come a quelli tradizionali, quali il tessile, costruendo percorsi insieme a scuole, enti formatori, aziende. E poi c’è l’altra gamba, che appartiene al mondo imprenditoriale. Serve un accordo per costruire un eco-sistema sociale ed economico.
Dobbiamo rendere attrattivo il territorio, lavorando sulle aree industriali con agevolazioni e sulle infrastrutture.
Occorre un censimento dei capannoni sfitti o sottoposti a fallimenti nelle aree edificate, per sapere il patrimonio che non è utilizzato, in modo che il pubblico possa essere un facilitatore per attrarre nuove imprese; sugli immobili utilizzati direttamente dall’impresa dobbiamo agire per ridurre le aliquote IMU, che in passato sono state aumentate troppo, e mettere in campo azioni per migliorare l’accesso alla zona industriale, con una rotatoria presso l’uscita del casello autostradale che oggi crea forti disagi ogni giorno sulla viabilità in entrata e uscita da Carpi.
Semplificare la burocrazia per le imprese e occorre uniformare i regolamenti comunali nel territorio dell’Unione Terre d’Argine.
estratto dalla proposta di programma presentata per le primarie del centrosinistra del 3 marzo 2024