Sanità, salute, socio-sanitario, solidarietà e integrazione

Cambiare metodo: servizi, ma anche più connessioni e maggiore cura della rete (cittadini, volontariato, associazionismo, cooperazione).

Prossimità: essere presente nei luoghi della città, nelle frazioni e nei luoghi di aggregazione.

Concretezza: definire progetti fattibili e sostenibili non soltanto dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista ambientale e sociale.

Sostenere chi si prende cura al domicilio delle fragilità.

Flessibilità e prossimità devono essere ricercati anche nei servizi per l’infanzia e l’adolescenza.

Strategia di prossimità per intercettare il disagio che si sta manifestando nella fascia giovanile.

Superare l’approccio prestazionale per sviluppare interventi integrati fra sociale, sanitario e volontariato, in modo da dare risposte concrete ai bisogni, spesso complessi, dei cittadini.

Realizzazione di un hospice tra i servizi territoriali.

Agire sulle scelte di attribuzione del personale dell’Azienda sanitaria nei diversi distretti, non in una logica di contrapposizione, ma di rete, valorizzando il nostro presidio ospedaliero anche all’interno delle strategie sanitarie provinciali e regionali e all’interno della programmazione sanitaria.

Particolare attenzione al disagio giovanile, che nella fase post covid è diventato ancora più significativo, e alle patologie mentali. Sostegno alla neuropsichiatria dove, a fronte del crescente numero di certificazioni di bimbi e ragazzi, il personale in servizio è ormai ridotto ai minimi termini.

Supportare la ricerca di un’abitazione al personale sanitario che viene da fuori città, attraverso accordi e garanzie per alloggi in locazione.

Prossimità, domiciliarità, vicinanza al bisogno: i Centri Sociali sul territorio possono diventare luoghi di integrazione fra generazioni e fra servizi, spazi multifunzionali in grado di far esprimere le migliori energie della nostra comunità e dove possono trovare risposta parte dei bisogni.

Accompagnare le persone nei servizi, nelle relazioni, nella socializzazione, nel reinserimento lavorativo e sociale per contrastare l’isolamento crescente e i fenomeni di marginalizzazione.

Le famiglie vanno pertanto supportate e valorizzate: da quando si crea una nuova famiglia e si deve cercare casa, alla natalità, da rilanciare e sostenere con servizi per la prima infanzia sempre più accessibili e flessibili, all’impegno e alle competenze educative, su cui le famiglie devono sentirsi meno sole, soprattutto di fronte alle tante situazioni di disagio anche psichico che stanno emergendo.

Sostenere le attività dei nidi e delle scuole di infanzia, ma anche i centri più flessibili, quali lo Scubidù; in cui i luoghi di supporto e consulenza genitoriale, come il Centro per le Famiglie e gli altri sportelli di ascolto, sono ben conosciuti e integrati con scuole e territorio.

Proseguire con forza sul tema dell’accoglienza familiare di minori in affidamento.

Sostenere la rete dei soggetti pubblici (servizi sociali, sanitari, forze dell’ordine) e del terzo settore (associazionismo e volontariato) che in questi anni è stata costruita per assistere le donne vittime di violenza.

Affrontare il tema del disagio abitativo, aumentando l’offerta di edilizia sociale o di edilizia pubblica.

Urge un intervento per sbloccare la situazione delle locazioni, potenziando gli strumenti di garanzia esistenti o proposti dalla Regione, ma anche con un ruolo diretto del Comune, sull’esempio di altre realtà, dove l’amministrazione prenda in affitto alloggi da proprietari privati, garantendo il proprietario, e poi concede l’uso a prezzi calmierati a tutti coloro che possiedono certi requisiti o che sono in particolari condizioni di disagio. Il Comune, nel farsi “intermediario”, può favorire tale tipo di locazione agendo anche attraverso specifiche agevolazioni fiscali (IMU da un lato e affitto calmierato dall’altro).

Favorire il cambio di destinazione d’uso di immobili commerciali destinati ad uffici a fini abitativi, vincolando il proprietario, per un numero di anni congruo, a concedere in affitto gli stessi al Comune (ai canoni sanciti dagli Accordi Territoriali). Il Comune potrà utilizzarli come soluzioni abitative per nuclei in situazione di fragilità. Occorrono risorse per l’accompagnamento e la ricerca attiva.

Immigrazione: serve un progetto di nuova cittadinanza, che trasformi le problematicità prodotte dai cambiamenti sociali e dall’immigrazione, in una opportunità. Valorizzare e rendere reale strumento di partecipazione la Consulta per l’integrazione dei cittadini stranieri di tutte le comunità. Passare dalla nozione di integrazione a quella, più idonea, di interazione. Dobbiamo interagire, essere attori attivi nella relazione, ed occorre promuovere questa interazione, con le comunità di nuovi cittadini. Il Comune deve accompagnare questi percorsi e sostenerli.

Il volontariato e il terzo settore vanno sostenuti anche per reperire nuovi volontari, sfruttando ogni occasione di promozione, ma anche sostenendo una cultura della solidarietà collettiva che è fondamentale per il funzionamento di una comunità. Occorre promuovere nei loro confronti una partecipazione reale, non solo consultiva.

estratto dalla proposta di programma presentata per le primarie del centrosinistra del 3 marzo 2024